Toc, toc. Posso tradurre?

Diciamocelo: a noi italiani piace la nostra lingua. Pensiamo ad esempio quanto ci preme avere la localizzazione dei nostri giochi preferiti e a quanto amiamo i nostri doppiatori nei film e videogames. Non è una questione di pigrizia o incapacità di tradurre, alla fine l’inglese lo conosciamo un po’ tutti: è che le cose ce le godiamo di più nella nostra lingua!

Però quando un manuale (o un film, un fumetto ecc…) non viene tradotto “ufficialmente”, spesso ci pensa la community a porre rimedio. Un po’ come facciamo noi di EPICentrum, con il materiale libero e fan made, oppure sotto Creative Commons. Senza toccare tutto ciò che è coperto da copyright. Perché faccio questa precisazione? Proviamo a spiegarlo.

 

“…riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno…”

Diceva Dante, arrivato nel Paradiso, attribuendo il merito dell’ispirazione poetica alle stelle. Mentre riconoscere il diritto di un’opera di ingegno non è per nulla cosa romantica o da declamare in poesia.

Trattare di giochi di ruolo non vuol dire parlare solo di dadi, ambientazioni e statistiche. Anche se questi argomenti sono i più divertenti da affrontare, è giusto anche dare spazio ad aspetti meno evidenti e solitamente trascurati. Uno di questi è il copyright o diritto d’autore. Esistono studi profondi e tipi diversi di istituti giuridici che delineano e proteggono i diritti dell’artista (genericamente parlando) che produce opera di ingegno.

“Dietro all’atto creativo c’è un impegno, c’è un lavoro e un investimento di tempo e spesso anche di denaro che rendono quindi l’atto creativo un’attività da tutelare riconoscendo i meriti del suo creatore.” (dalla pagina di Wikipedia relativa al diritto d’autore)

Ma non è certo campo mio, né questo il luogo adatto per disquisire sulla parte prettamente legale, quindi…

 

Passiamo al dunque

Tradurre materiale sotto copyright per poi distribuirlo o commercializzarlo, senza chiedere l’autorizzazione e senza pagare i diritti d’autore, è un’azione illegale. Esistono però vari istituti e organizzazioni che tutelano gli autori, con strumenti come le licenze Creative Commons.

Dungeon World è stato rilasciato da Adam Koebel e Sage La Torra sotto Creative Commons di sola attribuzione (guardate qui). Per chi non lo sapesse o per chi – come me in primis – non ha considerato bene in significato di questa licenza, vuol dire che tuttoil materiale pubblicato sotto questa licenza si può “Condividere — riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare questo materiale con qualsiasi mezzo e formato. Modificare — remixare, trasformare il materiale e basarti su di esso per le tue opere per qualsiasi fine, anche commerciale.” (citando la Creative Commons Attribution). E quindi anche tradurre.

In sostanza…

Chiunque può liberamente utilizzare il materiale sotto questa licenza come meglio crede, con l’unica accortezza di attribuire sempre l’opera ai suoi creatori. In sostanza quindi tradurre Dungeon World in italiano non necessita di pagare diritti d’autore o chiedere espressamente il permesso di Sage e Adam, l’importante è nominarli e attribuire a loro l’ideazione del materiale che utilizziamo.

dungeonworld.it
Logo di dungeonworld.it

Non esiste quindi una traduzione ufficiale per Dungeon World, a meno che non la facciano gli stessi autori. Alla data odierna esistono due traduzioni in italiano pubblicate e facilmente reperibili. La prima, anche in ordine cronologico, è quella che si può trovare sul sito dungeonworld.it, fruibile gratuitamente e coperta dalla stessa licenza del materiale in lingua inglese, coerentemente con la filosofia originale dei creatori. La seconda è quella offerta dall’editore Narrattiva, in due manuali cartacei acquistabili attraverso il loro sito internet.

Per completezza, chiariamo che EPICentrum utilizza prevalentemente la terminologia del sito dungeonworld.it, anche per tradurre materiale fan made, e che il materiale scaricabile sarà presto uniformato a quella terminologia dove possibile.

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